|  Matilda sei mitica!

martedì 29 novembre 2016

Recensione: Un solo paradiso di Giorgio Fontana


Attesissimo dalla critica, il nuovo romanzo di Giorgio Fontana, classe '81, talentuoso reporter di Babele 56, reportage narrativo sull'immigrazione a Milano, e autore di altri quattro romanzi, gli ultimi usciti per Sellerio, vince il Premio Campiello nel 2014 con Morte di un uomo felice. Arriva nel mio scaffale di curiosa cronica perché è una novità in circolazione. Cosa ne penso di questa pubblicazione? Una storia intensa e forse un po' troppo cupa, che tuttavia ben ricalca un fatto ai più disconosciuto: anche gli uomini soffrono per amore.


Titolo: Un solo paradiso

Autore: Giorgio Fontana

Editore: Sellerio

Genere: Romanzo

Pagine: 194

Prezzo di copertina: Euro 14,00

Anno di pubblicazione: 2016

Trama:

Milano oggi. Un trentenne ha appena avviato la sua attività autonoma e sta tornando stanco e pieno di dubbi verso casa, quando decide di fermarsi a bere una birra al Ritornello, il vecchio bar che frequentava con la sua combriccola. Qui trova con stupore Alessio, un amico che non si faceva vedere da tempo, seduto con aria sperduta e aspetto trasandato. Alessio decide di raccontargli la sua storia, di quando si è innamorato di Martina, delle lunghe passeggiate dei primi tempi, di quando la prima volta la baciò in un vicolo della città che soffiava farina calda fuori da una panetteria, nel cuore della notte, della loro vacanza insieme. Dei primi cedimenti, incomprensioni e malumori, i quali, invece che trasformare la relazione in senso più maturo, hanno finito per far crollare le certezze di entrambi, spingendo l'una fra le braccia del mai dimenticato ex fidanzato manipolatore e l'altro in un baratro di crisi esistenziale. Comincia qui il vero romanzo, nel momento in cui Alessio mette piede nella sua solitudine cronica, nel momento in cui l'amore con la A maiuscola scuote irrimediabilmente il suo animo, al punto da consegnarlo a una serie di ansie implacabili, affievolite dagli Xanax, dai viaggi compulsivi e poi dall'alcool. Un intera esistenza scossa dall'abbandono di una donna.
Giorgio Fontana

Commento:

Il racconto di un abbandono al maschile, che con grande novità mette in luce gli aspetti della fragilità dell'uomo, quello sbandamento a volte solo di qualche bevuta, a volte insanabile, di colui che scopre, grazie al primo amore, anche la prima grande sofferenza. Le fatiche che l'esistenza ci consegna di fronte alla perdita. E ancora: la travolgente passione della simbiosi amorosa, incapace di comunicare, che si rifugia nel sesso per sanare le incomprensioni. Il panico della separazione. Nel contorno c'è una Milano labirintica e per giunta rassicurante, che offre al protagonista lo spazio per viaggiare a vuoto, in lungo e in largo, senza meta, allegoria del viaggio apparentemente senza senso che Alessio si trova a dover compiere dentro di se. Una grande solitudine. Non c'è un vero punto di svolta, Alessio è un personaggio che sta di fronte alla perdita senza mai affrontarla, una caricatura mostruosa, la faccia dolorosa dell'essere amati, la paura, l'incubo. Un racconto del terrore, un salto mortale nella caverna oscura delle nostre insicurezze, che si annidano in uno spazio minuscolo dentro di noi, ma saltano fuori quando Amore, con forza imperante, chiede di arrenderci ad esse.

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